domenica 25 giugno 2017

Tre piani di Eshkol Nevo

Vicino a Tel Aviv, Israele, incontriamo le storie di tre famiglie che hanno come comune denominatore solo il fatto di abitare nello stesso palazzo. Al primo piano troviamo due coppie: Arnon e Ayelet, giovani genitori di Ofri, e Herman e Ruth, gli anziani vicini che saltuariamente si occupano della piccola. Al secondo piano c'è Hani, soprannominata la vedova per le lunghe assenze del marito Assaf. Al terzo e ultimo piano vive Dvora, giudice in pensione che ripercorre la sua vita col marito Michael, ormai defunto.

Le loro storie non si intrecceranno lungo la narrazione, a unirle è un espediente particolare. Ogni piano, come scopriamo nella terza parte, corrisponde infatti a uno i tre luoghi freudiani dell’inconscio:"al primo piano risiedono tutte le nostre pulsioni e istinto, l'Es. Al piano di mezzo abita l'Io, che cerca di conciliare i nostri desideri e la realtà. E al piano più alto, il terzo, abita sua altezza il Super-io. Che ci richiama all'ordine con severità e ci impone di tenere conto dell'effetto delle nostre azioni sulla società."

Nevo è bravissimo nel rendere diverse le tre voci del romanzo e ne descrive magistralmente la profonda umanità. Tre confessioni più che tre racconti che mettono in risalto tutta la fragilità umana: "Qual è poi il più grande segreto che possiamo nascondere al mondo? Il segreto della nostra vulnerabilità."  I personaggi si svelano completamente al lettore che diventa testimone ma non giudice di tutte le storie perché "i tre piano dell'anima [...] esistono nello spazio tra noi e l'altro, nella distanza tra la nostra bocca e l'orecchio di chi ascolta la nostra storia. [...] L'importante è parlare con qualcuno. Altrimenti, tutti soli, non sappiamo nemmeno a che piano ci troviamo."

Profondo ma mai pesante,  un libro promosso a pieni voti!

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