ATTENZIONE SPOILER
Ragione e sentimento è la prima delle opere scritte da Jane Austen, autrice che non ha bisogno di nessuna presentazione tra gli amanti dei classici. Scritto tra il 1792 e il 1810, fu pubblicato nel 1811 in forma anonima. Il successo fu immediato e da allora l'opera resta una delle più amate di tutti i tempi dando vita anche a numerose trasposizioni cinematografiche e televisive.
Le sorelle Dashwood nel film del 1995 diretto da Ang Lee |
Il romanzo racconta la storia della famiglia Dashwood. Rimaste senza dimora, Elinor, Marianne, Margaret e la loro madre si ritrovano a dover accettare l'offerta di un piccolo cottage da parte di un parente, tanto gentile quanto invadente.
Alcuni dei temi tanto cari all’autrice si presentano fin dalle prime pagine: la società del tempo
e le sue convenzioni, l’importanza di un buon matrimonio e la scelta del
coniuge giusto.
Inizialmente
a colpirmi in Ragione e sentimento furono le due protagoniste, Elinor e
Marianne, che come le sorelle Bennett di Orgoglio e pregiudizio hanno molto in comune ma caratteri ben
distinti. Appare subito evidente come le due sorelle rappresentino la dicotomia
espressa nel titolo.
Elinor, la maggiore delle
figliole, [...] possedeva una forza d’animo e una perspicace intelligenza che
facevano di lei, quantunque appena diciannovenne, la consigliera di sua madre,
e spesso l’avevano messa in grado di controbilanciare [...] quell’impulsività
che non di rado spingeva la signora Dashwood all’imprudenza. Aveva cuore
eccellente, indole affetuosa e sentimenti vivi e profondi, ma sapeva dominarli.
(Cap.1)[1]
E
se Elinor è chiaramente la ragione, Marianne non può che essere il sentimento:
Le qualità di Marianne
erano sotto molri aspetti, del tutto uguali a quelle di Elinor. Ella era acuta
e intelligente, ma esagerata in tutto: i suoi dolori, le sue gioie, non
conoscevano la moderazione. Era generosa, gentile e interessante: era tutto,
tranne che prudente. (Cap.1)
Nonostante
questa conflittualità il rapporto tra le due sorelle è sincero e profondo,
sfociando a seconda delle situazioni in brevi schermaglie verbali o lunghe
dimostrazioni di attaccamento e affetto. Anche se le diversità si notano fin
dagli atteggiamenti più semplici, è nel rapporto con i loro innamorati che
emergono con più forza. Elinor vive con pacata riservatezza il suo nascente
amore per Edward Ferrars, di cui nel quarto capitolo si arrischierà a dire: « Non
nego di avere un’alta opinione di lui. Lo stimo moltissimo, gli voglio bene. »(Cap.4).
Parole
fin troppo pacate e controllate che faranno indignare la sorella Marianne la
quale arriverà ad accusarla di avere un cuore freddo. Di questo amore così
freddo sembrano però accorgersi tutti: da Marianne a Margaret, la più piccola
delle sorelle Dashwood; dalla signora Dashwood a Fanny, sorella di Edward,
tanto sicura di quell'interesse da prendersi il disturbo di scoraggiarlo e
ostacolarlo.
Quando
Marianne incontrerà Willoughby, invece, ella non avrà nessun tentennamento e
mostrerà senza timore il suo attaccamento anche con atteggiamenti spesso
giudicati sconvenienti e eccessivi. Elinor non mancherà di sottolineare
l’eccesso di disponibilità della sorella che si difenderà dicendo:
Ho peccato contro l’idea
convenzionale di decoro; sono stata aperta e sincera dove avrei dovuto essere
riserbata, sciocca, noiosa e falsa; se avessi parlato soltanto del tempo e
della condizione delle strade e avessi detto una parola ogni dieci minuti,
questo rimprovero mi sarebbe stato risparmiato. (Cap.10)
Questi
atteggiamenti tanti diversi si riveleranno comunque molto simili nella
capacità di generare malintesi e
fraintendimenti. Marianne e la madre sono infatti certe che ci sia stato un
impegno tra Elinor e Edward, così come tutti, a eccezione di Elinor, sono convinti
che ci sia stato un fidanzamento tra Marianne e Willoughby. Considerato questo
aspetto una riflessione cominciò a farsi
strada: davvero lo scopo della Austen era quello di contrapporre due poli e poi
decretare un vincitore?
Senza
dubbio il tema di Ragione e sentimento aveva una risonanza culturale e storica
che andava ben al di là della trama del romanzo. La Austen iniziò la prima
stesura di Elinor e Marianne nel 1792, proprio a cavallo di due importanti
movimenti letterari: Neoclassicismo e Romanticismo. Elinor rappresenta le
qualità del primo: razionalità, giudizio, moderazione, equilibrio. Marianne,
naturalmente, raffigura le qualità del secolo nuovo, associato al culto della
sensibilità, senza dimenticare idealismo, eccesso e la passione per la natura:
quante volte Marianne sospira di fronte
a un bel paesaggio o pensando «al caro, caro Norland?»
Emma Thompson e Hugh Grant nella parte di Elinor e Edward |
Questo
romanzo però non può essere visto semplicemente come uno studio di contrasti.
Come accennato, questa teoria perde presto la sua consistenza. Difatti, Elinor,
pur rappresentando la ragione, non manca di sentimento, e Marianne, sebbene
rappresenti la sensibilità, non sempre è sciocca e testarda. Ragione e
sentimento più che una tesi da dimostrare ci appaiono, continuando la lettura,
come un punto di partenza per uno scambievole dialogo. Elinor imparerà qualcosa
da Marianne e Marianne imparerà molto da Elinor.
Qual
è allora il tema principale del romanzo? Le riletture avvenute nel corso degli
anni mi hanno portato ad amare molto Ragione e sentimento e a trovarlo più
simile a Persuasione che a Orgoglio e pregiudizio, «ma malgrado le apparenti
somiglianze di contenuto, ogni romanzo della Austen è radicalmente diverso
dagli altri. Ogni volta ebbe un’illuminazione [...]. Ogni volta l’atmosfera è
diversa, e ci sembra di camminare in un cosmo inventato da un altro creatore»[2].
Pensando al gioco di coppie creato dalla
Austen non è troppo fantasioso dire che il tema proprio di questo romanzo siano
le seconde possibilità. Tanto per cominciare la signora Dashwood, madre delle
protagoniste, è la seconda moglie del signor Dashwood. Non è dato sapere che
fine abbia fatto la prima signora Dashwood ma non è difficile immaginarlo tanto
era comune all’epoca morire di parto o comunque in giovane età, e che le seconde nozze erano altrettanto comuni.
Anche il misurato e riservato Edward nasconde nel suo passato un primo amore e
un fidanzamento sbagliato, da cui dovrà liberarsi prima di poter chiedere la
mano di Elinor. Il colonnello Brandon, la cui età secondo Marianne dovrebbe
metterlo al riparo da certi coinvolgimenti, si rifarà di un triste amore finito
male e lo farà proprio con la bella Marianne, la quale, a sua volta, troverà in
lui equilibrio e serenità dopo la profonda delusione vissuta con Willoughby.
Come
scrive Silvia Albertazzi, «la politica matrimoniale è alla base di tutti i
romanzi austeniani: in una socità in cui alla donna non sono offerte
possibilità di carriera al di fuori della famiglia e le nubili sono viste come
un peso sociale, la scelta del marito è la più importante dell’esistenza
femminile »[3].
Non solo la possibilità di riscatto economico e sociale, o più semplicemente,
una decorosa sopravvivenza, dipendono da una scelta ben ponderata, secondo
l’autrice, ma la felicità futura nel suo insieme. Per questo la scelta del
giusto consorte, e della giusta consorte, è così importante. In tutte le sue
opere la Austen ci mostra quali possano essere gli effetti di un matrimonio avventato.
In Orgoglio e pregiudizio, ad esempio, troviamo il signore e la signora Bennett,
sposatisi per un’infatuazione giovanile e piuttosto insofferenti in età matura.
Mentre in Ragione e sentimento troviamo due chiari esempi di matrimoni
sbagliati. Il primo è quello tra John Dashwood e Fanny, in cui, sebbene il
matrimonio di per se sembri funzionare, il carattere del marito viene
influenzato in modo negativo da quello della moglie.
John Dashwood non aveva
la profondità di sentimento propria agli altri membri della famiglia [...].
Egli non era cattivo d’indole, a meno che la freddezza e l’egoismo non siano
prove d’indole cattiva. In genere era stimato, perché si comportava con
proprietà nell'adempimento dei propri doveri. Lo sarebbe stato anche di più, se
avesse avuto una moglie più amabile; sarebbe divenuto migliore, poiché era
molto giovane quando la sposò, e molto innamorato. Ma la signora Dashwood
accentuava come una caricatura i difetti del marito: era anche più meschina ed
egoista. (Cap.1)
Il
secondo è il matrimonio tra Mr Palmer e la figlia di Mrs Jennings, in cui, più
semplicemente, marito e moglie sono male assortiti. Anche in questo caso un matrimonio iniziato per amore e poco fortunato. Ciò che più conta, secondo la
Austen, per contrarre un matrimonio felice sono il buon carattere e la disposizione
di entrambi, e la stima e l’affetto reciproci, senza dimenticare la possibilità
di una rendita che garantisca una vita decorosa o meglio ancora agiata.
Per
tutto ciò è così importante che Edward non si macchi del disonore di infrangere
la parola data e che si giustifichi per la condotta tenuta in passato e per il
suo fidanzamento giovanile con la bella Lucy. Solo discolpato di tutto e
finalmente libero, Edward può dichiarare il suo amore a Elinor ed esserne
all’altezza:
Lucy mi era sembrata un
modello di amabilità e cortesia. Era carina, anche , o almeno così credevo
allora, e conoscevo tanto poco le donne che non potevo fare paragoni, né
scorgere difetti. Visto e considerato tutto quanto, perciò, spero si possa
riconoscere che il nostro fidanzamento fu una sciocchezza, come poi si è
dimostrato in tutti i modi, ma non fu una stravaganza o una imperdonabile
follia. (Cap.49)
Il
percorso di Marianne risulta invece più complicato perché più grande è il
cambiamento che deve fare. Ella pensava di avere trovato in Willoughby la
perfezione dell’amore romantico e passionale che disperava già di trovare ma
dopo avere capito il suo errore arriva anche la conferma che il giovane non
fosse onesto come tutti credevano. Dopo avere udito il racconto del passato di
Willoughby e della sua scelta in favore di un matrimonio di interesse,
Marianne, ormai maturata, dice:
Adesso sono perfettamente
soddisfatta: non chiedo altro. Non avrei mai potuto essere felice con lui dopo
avere saputo tutto quanto, e prima o poi l’avrei saputo... Non avrei avuto confidenza,
o stima. Nulla avrebbe potuto cancellare quella storia dai miei sentimenti.
(Cap.47)
E
con queste parole ottiene anche la benedizione di Elinor, che per tutto il
romanzo si è battuta per convincere madre e sorella a preferire atteggiamenti
più ragionevoli.
Tu consideri la cosa
[...] proprio come va considerata da una mente sana e da un’anima buona, e oso
dire che riconosci come me, non solo in questa, ma in molte altre circostanze,
ragioni sufficienti per convincerti che il tuo matrimonio ti avrebbe trascinata
in molti guai e in numerose e inevitabili delusioni [...]. (Cap.47)
Marianne
è alla fine pronta a riconoscere i suoi errori, senza rinnegarli, e grazie a
questa maturazione è pronta a apprezzare e ricambiare l’amore del colonnello
Brandon. È questa una punizione per le sue azioni o piuttosto un premio?
Secondo me si tratta decisamente di un premio. Innanzitutto veniamo a sapere
che l’attempato colonnello è un uomo capace di sentimenti profondi e di grande
lealtà. La tragica storia del suo amore con Eliza lo rendono sempre più simile
col trascorrere del tempo a un eroe romantico che si rivelerà anche generoso nell'offrire un aiuto a Edward, ormai rimasto senza l’appoggio della sua
famiglia.
Marianne,
dal canto suo, ha già avuto la sua punizione e capisce di essere stata solo lei
la causa dei suoi mali, arrivando quasi a causare la sua stessa morte:
Ho ripensato al passato;
ho visto nel mio comportamento, sin dall'inizio della conoscenza che stringemmo
con lui lo scorso autunno, soltanto una serie di imprudenze verso di me, di
mancanza di bontà verso gli altri. Ho capito che i miei sentimenti mi avevano
preparato le mie sofferenze, e che la mia mancanza di fortezza nel sopportarle
mi aveva condotto quasi alla tomba. [...] Se fossi morta... sarebbe stato un
suicidio. (Cap.46)
Ma
la Austen non fece di Ragione e sentimento un dramma e «il tono è sempre lieve,
il conflitto corre spesso sottotraccia, [...] perchè la commedia le garantisce
la struttura perfetta per raggiungere l’obiettivo prioritario: analizzare
alcuni meccanismi di funzionamento del comportamento umano, sopratutto di
quello femminile»[4].
In questo senso Ragione e sentimento appare un po’ il capostipite di due
modelli. Il primo, quella della ragazza un po’ avventata, come lo sono Marianne,
la Mary Bertam di Mansfield Park e Catherine Morland in Northanger Abbey; e il
secondo, la ragazza pragmatica e di carattere come Elizabeth Bennett, Emma,
Anne Elliot e, prima di tutte, Elinor.
[1] Tutte le
citazione sono tratte da Ragione e
sentimento, Bur, 2007, traduzione di Beatrice Boffitto Serra
[2] Pietro
Citati, introduzione a Ragione e
sentimento, Bur 2007, pp.7
[3] Silvia
Albertazzi, in R. Bertinetti (a cura di), Breve
storia della letteratura inglese, Torino, Einaudi, 2004, pp.182
[4] R.
Bertinetti, introduzione a Persuasione,
Torino, Einaudi, 2011, pp.11
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